BIÙTIFUL

Una performance itinerante tra le voci e i silenzi di una casa popolare. Una guida accompagna il pubblico alla scoperta di uno stabile e del suo quartiere, ma è la casa stessa a raccontarsi, tra memorie, suoni e piccoli gesti quotidiani. Un’esperienza intima e collettiva, per riscoprire il senso di vicinato e di comunità (appartenenza).

Regia e drammaturgia: Chiara Bazzoli
Allestimento: Silvio Motta in collaborazione con le studentesse del corso di specializzazione “Metodologia del Progetto” del Dipartimento di Scenografia presso l’Accademia di Santa Giulia di Brescia: Amita Basso, Katia Molinari, Angelina Peroni, Giulia Zenaro.
Composizione e Sound Editing: Kevin Miozzo in collaborazione con il gruppo giovani “Punto Giovani”
Voci: Giuseppina Turra

L’evento è parte del progetto V.V. Via Goito – Volti e Voci di uno spazio in trasformazione, in collaborazione con il Comune di Desenzano del Garda e sostenuto da Fondazione Cariplo.

Note di regia, di Chiara Bazzoli

In “Biùtiful” lo spettatore vivrà quella che di primo acchito potrebbe sembrare una visita guidata di gruppo. Non a un museo, ma a una zona di Desenzano e in particolare allo stabile all’angolo tra Via Mezzocolle e Via Goito, che mi piace definire casa popolare. Ogni spettatore indossa delle cuffie e sente una voce che lo guida. Parte da una zona limitrofa del “Centro giovani” e arriva allo stabile di via Goito, sale e scende i suoi piani. La “voce guida” illustra alcune caratteristiche del quartiere e considera la casa come esemplare di altre case, popolari e non.
La drammaturgia e la regia, nella modalità e nei temi, sono il frutto di un lento percorso di avvicinamento allo complesso di Via Goito. Le prime tappe all’interno dello stabile sono state di conoscenza in gruppo, poi alcuni inquilini mi hanno accolto a casa loro e dato la possibilità di intervistarli. Grazie a queste chiacchiere e alle loro confidenze ha iniziato a emergere la “voce del luogo”. Si è imposta come voce autonoma. Quindi nella drammaturgia non sono gli inquilini che ci raccontano la loro casa, ma è la casa stessa che si svela. La narrazione che lo spettatore ascolta è un intreccio tra la “voce guida” e la “voce della casa” che ci racconta di sé.

Lo spostamento è sintomatico del vivere e conoscere uno spazio. Per questo motivo ho preferito, dal punto di vista registico, immaginare il pubblico in movimento piuttosto che realizzare uno spettacolo frontale, in cui il pubblico è fermo. L’uso delle cuffie permette inoltre di entrare in una dimensione di intimità che è consona con ciò che è domestico.
Il pubblico durante il percorso è coinvolto sia individualmente che come gruppo. Durante la performance grazie all’interazione con le installazioni presenti ai piani e curate dallo scenografo Silvio Motta in collaborazione con le studentesse dell’Accademia Santa Giulia, si inducono alcune semplici azioni. Queste sono rappresentative delle dinamiche di vicinato, ma possono essere valide anche per la costruzione di una comunità. La colonna sonora curata dal giovane compositore e sound designer Kevin Miozzo permette di sostenere e amplificare l’identità della casa e il percorso che lo spettatore compie.

L’obiettivo è quello di coinvolgere gli spettatori in una performance che sia personale, intima e allo stesso tempo possa offrire alcuni strumenti per ragionare sul faticoso processo di costruzione della collettività.

ORTI RESIDENZIALI

La proposta di realizzare degli orti residenziali nel giardino in comune nasce dall’incontro con i residenti. La proposta è stata quella di individuare un’attività collettiva che potesse stimolare le capacità creative dei singoli individui non abituati ad esperienze simili e al contempo sviluppare un lavoro di comunità per rafforzare i legami interpersonali, tematiche riprese anche nella performance.

La realizzazione di orti sopraelevati, pensati per facilitarne l’uso considerata l’età media degli abitanti e che potrebbe avviare una attività di socializzazione anche nella loro gestione successiva, è stata individuata nella zona sud/est del giardino in comune, ora recuperato dopo gli interventi di riqualificazione del fabbricato: la proposta è di una disposizione ad L in corrispondenza dell’angolo a sud al cui vertice è prevista una zona di sosta comune con delle panchine e un gazebo con copertura per l’estate.

Sul lato est è stato invece realizzato anche a scopo didattico, un orto a spirale per le aromatiche, una struttura formata da pietre di sostegno disposte a spirale dove le diverse piante aromatiche ricreano mini zone climatiche per auto sostenersi nella crescita e sviluppo: questa tecnica è popolare nella cultura grazie alla sua efficienza nello sfruttamento della luce solare e nella gestione dell’umidità del suolo.

Chiara Bazzoli – Autrice, regista
Nel 2021 ha realizzato il documentario Le cose ritrovate prodotto da Apulia Film Commission e Fondazione con il Sud, visibile, dalla primavera 2024, su PrimeVideo. Nel 2019 il progetto di documentario I sognatori è stato finalista al Premio Solinas – documentario per il cinema e al PersoLab al Perugia Social Film Festival. È autrice del libro sul tema del disarmo atomico, C’è un albero in Giappone, pubblicato nel 2023 da Sonda edizioni, pubblicato in Austria e prossimamente in Giappone. Da sempre si occupa di teatro, principalmente come conduttrice di progetti di teatro nel sociale.

Silvio Motta – Scenografo
Laureato in progettazione architettonica , inizia una carriera nel teatro, lavorando come assistente scenografo e vincendo il Premio UBU nel 1984. Vive tra la Germania e il Lago di Garda, alternando collaborazioni con studi di architettura e produzioni teatrali. La sua arte si evolve verso installazioni multimediali site-specific, utilizzando video come “quinta dinamica”.

Kevin Miozzo – Compositore
Musicista, compositore e polistrumentista italiano, ha conseguito la laurea in Composizione, Arrangiamento Pop/Rock e Songwriting presso il Conservatorio “Luca Marenzio” di Brescia. Attualmente prosegue la propria formazione in Musica Elettronica al Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova. Ha condotto un laboratorio di sound design presso l’Informagiovani di Desenzano del Garda, dove ha guidato i ragazzi partecipanti nell’esplorazione pratica delle principali tecniche di sintesi e registrazione sonora, suscitando curiosità, interesse e divertimento.

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Note sull’allestimento scenografico, di Silvio Motta

L’allestimento scenografico nasce dall‘esigenza pratica di realizzare degli spazi “attrezzati”, funzionali alla performance, progettati in accordo con la regista Chiara Bazzoli, come spazio di interazione tra residenti e pubblico partecipante. L’impianto, collocato sui tre piani dell’immobile, sfrutta la caratteristica propria dell’edificio dove ampi ballatoi smistano l’accesso ai singoli appartamenti, sorta di spazi semi-pubblici derivanti dalla tipologia storica della residenza popolare del secolo scorso, infine luoghi scelti per compiere l’esperienza di confronto tra esterno ed interno, tema ultimo della performance. L’installazione fornisce elementi di arredo a uso comune, da lasciare in loco dopo l’esperienza performativa. Sono stati scelti beni a utilizzo quotidiano quali sedie e tavoli che possono essere facilmente ricollocati a piacimento secondo le esigenze degli inquilini negli spazi comuni non utilizzati dei ballatoi.

I tre piani dell’edificio propongono in accordo con la performance tre tipi di esperienze diverse a secondo del momento narrativo proposto: il piano terra dove si compirà la prima azione collettiva indicata dalla performance, il primo piano dove i partecipanti comporranno una propria mini installazione e il secondo piano dove l’esperienza diventerà interattiva e solo grazie alla partecipazione strategica dei partecipanti sarà possibile risolvere l’attività proposta.

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